Siamo arrivati al quinto capitolo del nostro approfondimento . Settimana prossima l’ultima parte

 

  1. TESI AVVERSE E LORO LIMITI

I detrattori dell’interpretazione dianzi sostenuta citano la C.M. 22 aprile 2003, n.21 dell’Agenzia delle Entrate e specificamente quanto riportato nel paragrafo 2.2 laddove si indica che:

 

“Per  beneficiare  di  detta  norma  agevolativa  le  società   sportive dilettantistiche, al pari  delle  associazioni  sportive  dilettantistiche, devono integrare le clausole statutarie stabilite dal regolamento di cui al più  volte  citato  comma  18  dell’art.  90  con   quelle   previste   dal comma 4-quinquies dello stesso art. 111

[ora art.148, comma 8, TUIR]“.

 

I limiti di questa affermazione dell’amministrazione finanziaria sono tre: il primo che si tratta di una interpretazione della normativa che va oltre il disposto letterale della legge che nulla dispone in tal senso con riguardo all’obbligo di integrazione delle clausole statutarie degli statuti delle SSD con le clausole previste dall’allora comma 4-quinquies dell’art. 111 del TUIR (ora comma 8 dell’art.148 del TUIR).

Pertanto deve certamente ribadirsi la prevalenza della fonte normativa di primo grado (la legge) sulle fonti normative di grado inferiore specie laddove, appunto, come nel caso di specie, l’amministrazione pubblica, in sede interpretativa (circolare), tende a “sostituirsi” al legislatore più che ad “interpretarlo”.

Il secondo limite è che dalla circolare emerge il riferimento ad una integrazione tra le clausole previste dall’allora comma 4-quinquies dell’art. 111 del TUIR (ora comma 8 dell’art.148 del TUIR) con le clausole che si sarebbe dovuto prevedere nei “regolamenti” come richiesto dalla prima versione del comma 18 dell’art. 90 della legge 289/2002.

Poichè, come detto, tali regolamenti non hanno mai visto luce, l’interpretazione dell’amministrazione finanziaria decade per assenza dell’oggetto di valutazione.

Il terzo limite è che il legislatore è poi intervenuto nel disciplinare il contenuto minimo degli statuti integrando, come detto con propria legge del 2004 (quindi nell’anno successivo all’adozione della C.M. 21/E/2003 dell’Agenzia delle Entrate), il comma 18 dell’art. 90 della legge 289/2002.

Il fatto che il legislatore del 2004 non abbia voluto esplicitamente richiamare l’applicazione delle clausole contenute nell’allora comma 4-quinquies dell’art. 111 del TUIR (ora comma 8 dell’art.148 del TUIR) agli statuti delle SSD per l’attribuzione dei benefici fiscali, non può che confermare la linea sostenuta in questo approfondimento circa la non necessità di tale integrazione, essendo sufficienti per gli statuti delle SSD le indicazioni previste nel testo definitivo del comma 18 dell’art. 90 della legge 289/2002 (dopo le modifiche del 2004) al fine di ottenere le agevolazioni tributarie disposte per le ASD.

È infatti quanto meno sospetto che il legislatore del 2004 non abbia voluto tener conto di indicazioni provenienti dall’amministrazione finanziaria solo un anno prima, proseguendo sulla linea già tracciata nel 2002.

Sempre a sostegno della tesi opposta a quanto qui sostenuto, si cita la Risoluzione ministeriale 17 maggio 2010, n.38/E dell’Agenzia delle Entrate (quindi una posizione dell’amministrazione finanziaria ben successiva a quella del 2003) nella quale – si dice – vengano richiamate le disposizioni proprio della predetta circolare 21/E/2003 circa le condizioni per i benefici fiscali delle SSD.

Ma non è assolutamente così.

Infatti tale Risoluzione Ministeriale si limita a ricordare che: “Al riguardo, con circolare n. 21/E del 22 aprile 2003, è stato precisato che, in forza del citato articolo 90 della legge n. 289 del 2002, il  regime agevolativo recato dal comma  3  dell’articolo  148  del  TUIR  può  trovare applicazione anche nei confronti delle società sportive dilettantistiche.

Nulla però dice in merito all’obbligo che per poter accedere a tale regime agevolativo lo statuto delle SSD debba contenere le clausole previste dal comma 8 dell’art. 148 TUIR.

Anzi, in tal senso, il silenzio della Risoluzione non può che avallare la tesi opposta sostenuta in questa sede della non necessità della presenza delle clausole del comma 8 dell’art. 148 nello statuto delle SSD per poter consentire a queste di beneficiare delle normative tributarie di favore previste per le ASD.

Continua …. la prossima settimana con l’ultima parte

Dott. Donato Foresta

Dottore Commercialista e Revisore dei Conti

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